Era il 1977 quando l’allora Ministra del Lavoro (e prima ministra in assoluto della storia repubblicana) Tina Anselmi promosse e rivoluzionò il mondo dell’occupazione femminile e quindi delle pari opportunità con una legge (la 903*) che era stata da lei pensata per attuare in pieno il principio costituzionale che riconoscere il pieno diritto della donna ad avere la stessa retribuzione degli uomini a parità di mansione di salario.
Quello della parità salariale tra uomo e donna infatti non è un tema soltanto attualissimo, come abbiamo potuto vedere meglio in questo anno e mezzo di emergenza pandemica, anche grazie alla scrittura e alla presentazione di una legge per la parità salariale, con relatrice Chiara Gribaudo – qui il suo intervento in aula lo scorso 8 luglio https://www.youtube.com/watch?v=Y0vFSMrFHFg – che ha avuto modo di ricordare come il gender pay gap in Italia può arrivare al 20% in meno sulla busta paga delle donne rispetto ai loro colleghi uomini, mentre solo il 28% dei manager sono donne. Peggio di noi solo Cipro. Il Global gender gap report ci pone fra i peggiori Paesi europei per le differenze economiche fra uomini e donne, e stima che servano oltre 200 anni per raggiungere la parità.
Per questo motivo sosteniamo con forza il disegno di legge regionale presentato fra lə altrə dai consiglieri del Partito Democratico Paolucci Pepe Blasioli Pietrucci: “Si tratta di un testo composto di 6 capi e 21 articoli, che nasce dalla conoscenza e sperimentazione di una realtà ancora carente in Abruzzo circa una concreta ed effettiva parità di condizioni fra uomini e donne. (…) Il presupposto di tale proposta di legge parte dall’assunto che senza parità di genere non può raggiungersi un sistema equo di cittadinanza e convivenza, né tantomeno di benessere collettivo – non può esserci infatti un reale sviluppo socio-economico del territorio nella situazione attuale”.
L’emergenza sanitaria e sociale che stiamo vivendo, con le profonde lacerazioni che sta producendo, rende evidenti ma soprattutto insopportabili divari e diseguaglianze, in special modo se si parla di lavoro, occupazione, riconoscimento. Le cause oltre alla pandemia – quelle cioè che hanno prodotto le condizioni che oggi più di prima ci si sono fatte presenti allo sguardo – sono molteplici e di molteplice natura, come sottolinea Cecilia D’Elia, responsabile Pari Opportunità del Partito Democratico: “(…) è un’intera organizzazione sociale che fatica a fare i conti con la libertà femminile: le donne lavorano più spesso a part-time, si trovano di fronte al soffitto di cristallo nello scalare i vertici aziendali, lavorano in settori meno retribuiti e spesso devono assumersi la responsabilità primaria della cura e dell’assistenza alle loro famiglie. Per affrontare questi fattori è necessario mettere in discussione il modo in cui è organizzata la separazione tra vita professionale e vita privata, promuovere la condivisione del lavoro di cura e investire nelle infrastrutture sociali. Bisogna contrastare stereotipi e discriminazioni di genere”.
Le donne sono in prima fila nella tenuta del Paese, ma rischiano di pagare il prezzo più alto della crisi. Ecco perché anche l’Abruzzo può e deve fare la differenza, promuovendo questo disegno di legge che vuole favorire l’equità distributiva, fare largo alle donne con l’introduzione di strumenti per il sostegno all’occupazione femminile, primo fra tutti quello della condivisione dei tempi di lavoro: ci auspichiamo infatti che il legislatore vorrà superare il concetto di ‘conciliazione’ ad oggi ancora foriero di un approccio arcaico e penalizzante che vuole la donna come unica detentrice dei compiti di cura. Pensiamo infatti il nostro scopo sia quello di arrivare ad una effettiva condivisione paritaria dei carichi familiari, così da poter liberare il tempo delle donne, per renderlo luogo di semina e germinazione di nuove visioni. Che ci sono necessarie, oggi più che mai.
*Per saperne di più sulla legge n. 903/1977 cfr. ivi: https://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/05/05/rivoluzione-tina-anselmi-le-donne-che-lavorano-88ce6126-316b-11e7-8ba7-335b307d9aaa.shtml
Marielisa Serone D’Alò – Responsabile Politiche per la parità e diritti PD Abruzzo
Michele Fina – Segretario PD Abruzzo