Condividiamo senza riserve il messaggio e i contenuti della conferenza stampa di Luciano D’Amico e dei consiglieri regionali di opposizione: i fondi pubblici devono essere assegnati tramite bandi che stabiliscano precisi criteri di selezione e che vadano a premiare il valore e l’utilità sociale delle attività che vengono finanziate.

La “legge mancia” approvata lo scorso 28 dicembre in Consiglio regionale ha distribuito 22 milioni 322mila euro a 2.287 enti e associazioni senza alcuna forma di evidenza pubblica, con una chiarissima finalità elettorale. Questo è grave, poiché viola il principio della parità di accesso alle risorse pubbliche e fa dell’amicalità con i rappresentanti istituzionali un bene monetizzabile.

Con le stesse risorse avremmo potuto garantire alle abruzzesi e agli abruzzesi centinaia di migliaia di esami e prestazioni mediche, in una regione in cui il diritto alla salute è sempre più un miraggio. Lo studio promosso dai consiglieri di opposizione evidenzia e certifica numeri alla mano e in modo esplicito la sensazione che era già nell’aria: dal punto di vista territoriale vi è una correlazione molto chiara tra i risultati elettorali delle ultime elezioni regionali e la quantità di fondi elargiti a pioggia. Basta “leggi mancia”: le tasse pagate dalle abruzzesi e dagli abruzzesi vanno ridistribuite con criteri chiari e utilizzate per opere di cui sia evidente e meritoria la finalità. In tal senso, la programmazione è fondamentale al fine di evitare sortite elettoralistiche messe in atto per acquisire o consolidare il consenso popolare.

Si abroghi quella norma sciagurata e – come richiesto dai consiglieri regionali di opposizione – si dia un terzo di quei fondi attraverso un bando per attività socio-culturali e due terzi per risanare il debito monstre delle ASL abruzzesi e finanziare il trasporto pubblico gratuito per studenti, under 18 e over 60.

Daniele Marinelli, segretario regionale PD Abruzzo
Luciano D’Alfonso, deputato del PD
Michele Fina, senatore del PD