La situazione dell’ADSU dell’Aquila resta paralizzata: la penosa difesa d’ufficio di qualche esponente della destra (De Santis e Pensa) non ha naturalmente prodotto alcun risultato. C’era da aspettarselo. Il Diritto allo studio degli universitari aquilani, soprattutto di quelli fuori sede, non interessa alla destra abruzzese. La prova del nove sta nella confessione di Marsilio che, giorni fa, con la Ministra Bernini, ha parlato dello studentato di Teramo col recupero della struttura di viale Crucioli, della prossima apertura del cantiere a Pescara e del progetto per Chieti dove addirittura “la Regione ha anticipato i soldi perché il Bando prevedeva – ma solo a fine lavori – una quota di cofinanziamento che l’ADSU teatino non poteva garantire”. Bene. Anzi male. Perché L’Aquila non è stata nemmeno citata: il “Modello Abruzzo” sbandierato da Marsilio, evidentemente prevede tre mari (invece che due) e tre province (invece che quattro). Senza Direttore, con un Cd’A incompleto, senza risorse né programmazione, con contenziosi in atto, disagio tra i dipendenti, stipendi arretrati e Borse di studio non erogate, in questo marasma l’ADSU dell’Aquila naviga nel buio e a farne le spese sono gli studenti, i dipendenti, l’intero capoluogo. Una vergogna. Ma evidentemente la destra aquilana ha ben altre e più piacevoli esigenze a cui dedicarsi e di cui vantarsi sui social.
Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci