Dopo 6 lunghi anni d’attesa dall’avvio dell’iter avvenuto sotto l’amministrazione di centrosinistra, il consiglio comunale ha dato finalmente il via libera al progetto esecutivo per la realizzazione di un centro sociale, ricreativo e residenziale destinato a persone con disabilità a Via Antinori. Uno spazio che anche e soprattutto per la sua localizzazione, nel cuore del centro storico, punta a diventare un luogo di inclusione e di condivisione. Ma ancor di più, rappresenta il coronamento di un sogno portato avanti dal compianto Adriano Perrotti, protagonista insieme ad altri, nell’immediato post sisma, di una raccolta fondi destinata alla realizzazione di una struttura per il “dopo di noi”. Dell’importo di circa 1,7 milioni preventivato per l’intervento ben il 70% trova infatti copertura grazie a quell’iniziativa di crowdfunding e all’instancabile lavoro di chi si è battuto per favorire l’autonomia, il benessere e la piena inclusione sociale delle persone con disabilità.
C’è tuttavia un aspetto di non poco conto che rischia di dilazionare ulteriormente il raggiungimento del traguardo finale ossia gli ingiustificabili ritardi accumulati nella demolizione e ricostruzione dell’immobile adiacente all’ex palestra e destinato da progetto alla parte alloggiativa. Circostanza aggravata dal fatto che, per via del ricorso al meccanismo dell’abitazione equivalente, la maggior parte degli appartamenti di quell’aggregato sono stati ceduti al Comune che ne è diventato conseguentemente proprietario per una quota pari a 800 millesimi. Cosa aspetta dunque l’ente comunale a sbloccare una pratica di cui è direttamente parte in causa e che ha ottenuto l’approvazione della scheda parametrica parte prima addirittura nel 2016? E a quali costi aggiuntivi andrebbe in contro se dovesse procedere alla demolizione e ricostruzione di questo immobile successivamente alla realizzazione della porzione destinata ad uso sociale e ricreativo, e non prima come logica vorrebbe? L’obiettivo non è infatti la realizzazione della struttura ma la sua piena fruibilità per un funzionale “dopo di noi”.
Come annunciato nel mio intervento in consiglio comunale presenterò su questa problematica un’interrogazione e un ordine del giorno, in modo da capire le responsabilità di quest’inerzia ma anche e soprattutto provare a risolvere la criticità facendo conto sulla possibilità, stabilita dalle norme sulla ricostruzione, di richiedere l’anticipazione del 10% del contributo per la demolizione. Non sono ammissibili altri ritardi né dubbi sulla destinazione finale per il dopo di noi, spero almeno questo sia chiaro a tutti.
Stefano Palumbo
Consigliere comunale del PD