Quando Marsilio faceva beatamente il parlamentare di Roma, qui in Abruzzo c’era chi si preoccupava di costruire progetti importanti per lo sviluppo della montagna, dell’economia turistica, del futuro delle Terre Alte. Nella precedente legislatura, infatti, con una battaglia tenace e giusta, mi impegnai a individuare le risorse necessarie all’adeguamento delle infrastrutture e dei servizi nella stazione sciistica di Monte Magnolia di Ovindoli. Una scelta finalizzata non solo ad ammodernare il sistema sciistico, ma anche a promuovere una dimensione pluristagionale del turismo investendo su ulteriori attività sportive e ricreative. Parliamo di 16 milioni di euro (sedici!) frutto dell’insistenza con cui convinsi il Presidente D’Alfonso a fare questo investimento ed espressione di una politica costruita insieme ai protagonisti locali dell’intero Altopiano delle Rocche: i Sindaci, gli amministratori, gli imprenditori e gestori delle stazioni, i lavoratori, i giovani del luogo, i cittadini. In questi anni Marsilio non ha praticamente mosso un dito. Si è limitato solamente a dare seguito a questo disegno verificando con la VINCA (la Valutazione di Incidenza Ambientale) la corretta compatibilità del progetto con i vincoli naturalistici dell’area.  Tutto qua, niente di più. Però stamattina, volendo annunciare, inaugurare, tagliare un nastro, farsi bello davanti alle TV il nostro Presidente ha cercato di fare il furbo, ignorando i meriti degli altri e vantando risultati non suoi. Per questo mi sono presentato – come ospite indesiderato – a guastare la festa a Liris (delegato da Marsilio a rappresentare non si sa chi) e a chi si illudeva di intestarsi un risultato che spetta ad altri. E a tutti ho ricordato come sono andate le cose. Con questa irriverenza continuerò a smascherare i finti meriti di chi – come al Comune dell’Aquila – inaugura le piccole opere realizzate con i fondi del PNRR, un Piano voluto dal Governo Conte 2 e poi da Draghi e che la Meloni, Marsilio e Fratelli d’Italia hanno sempre osteggiato.