A partire dal 1 agosto la Regione ha deciso di spostare, per i mesi di agosto e settembre, la guardia medica di Teramo da Circonvallazione Ragusa ai locali adiacenti il Pronto Soccorso dell’ospedale Mazzini. Nella nota della Asl è riportato il motivo della scelta:” contribuirà a gestire direttamente i codici bianchi per evitare il sovraffollamento e  le lunghe attese in pronto soccorso”. Una motivazione che se in apparenza può sembrare apprezzabile nasconde in verità tutte le mancanze accumulate in questi anni nella gestione della sanità pubblica da parte della Regione targata Marsilio, con particolare riferimento, in questo caso, ai pronto soccorso. Il pronto soccorso di Teramo soffre da tempo una grave carenza di organico: mancano la metà dei medici, degli infermieri e degli OSS previsti e a nulla è servito, evidentemente, il sistema di gestione  informatizzata di rilevamento, voluto da Verì, che prevede di recuperare risorse tra gli internisti nei momenti di grave sovraffollamento. Misura della quale il Partito Democratico ha più volte sollevato l’inappropriatezza per una struttura che opera sull’emergenza.  Oggi si decide di spostare la guardia medica accanto al pronto soccorso, nella speranza che possa prendere in carico i codici bianchi e attenuare i disagi per i cittadini. Una operazione che non risolve i gravi problemi del pronto soccorso teramano, anzi potrebbe acuirli, mandando in tilt anche il servizio di guardia medica. Infatti, il medico in servizio presso la guardia medica come comunica con il Pronto Soccorso? E ancora: se il medico di guardia fa la prestazione e reinvia a domicilio la prestazione si esaurisce, ma se ritiene di approfondire cosa deve comportarsi? Prescrive direttamente e il Pronto Soccorso si attiva per le necessarie prestazioni o deve chiedere al paziente di recarsi in Pronto Soccorso che lo riprende in carico?  Indubbiamente aumenterà la confusione rispetto alle necessità, vere o presunte. Nel tritacarne dei tentativi maldestri della Regione finiscono, chiaramente, pazienti e operatori sanitari. Questi ultimi costretti a condizioni di lavoro difficili da gestire, a svolgere le proprie mansioni in maniera difforme da quanto previsto nei contratti e magari senza che siano stati coinvolti nelle decisioni attraverso i propri rappresentanti sindacali.

Una situazione che non è più accettabile, perché il pronto soccorso, in modo particolare, rappresentano sul territorio il primo punto di riferimento per i bisogni sanitari urgenti dei cittadini e il suo buon funzionamento è una assoluta priorità che va perseguita predisponendo strumenti efficaci e in grado di assicurare una buona qualità del servizio, una netta riduzione dei rischi per i pazienti e un ambiente di lavoro sereno per gli operatori.

 

 

Il Segretario dell’Unione PD Teramo
Pamela Roncone

Il Consigliere regionale PD
Dino Pepe