“Siamo sinceramente dispiaciuti che il manager della Asl più grande del territorio regionale si faccia strumentalizzare da un uomo politico che, ergendosi ad acritico difensore d’ufficio, cerca solo visibilità. Ma da qui, a far passare da incompetenti primari che rappresentano larghissima parte dell’Università d’Annunzio e che ogni giorno conoscono le difficoltà della sanità del territorio, prodotte non dalla loro negligenza, ma da una mancanza di organizzazione e programmazione che non dipende da loro, ce ne corre e ci sembra davvero uno dei gradini più bassi della dialettica istituzionale negargli ascolto, specie quando si tratta del diritto alla salute dei cittadini. Di questo si occupa il Comitato ristretto dei sindaci, non di altro”, secca la replica dei sindaci di Chieti, Ortona, Vasto, Casoli e Atessa sulle pesanti accuse rivolte al comitato dal consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.
“Il Comitato è un organismo di supporto per la Asl – riprendono Diego Ferrara, Leo Castiglione, Francesco Menna, Massimo Tiberini e Giulio Borrelli – mette all’ordine del giorno problemi e istanze a cui vale la pena dare attenzione, perché arrivano dalla comunità, quella per cui è un diritto avere una sanità che funzioni o spiegazioni e risposte su quella che non va. I problemi si affrontano col dialogo, non con la chiusura e le repliche piccate. Abbiamo sempre dimostrato il massimo rispetto nei confronti delle difficoltà che la Asl 2 incontra ogni giorno, oltre alla volontà di fare il meglio possibile, insieme, ma l’episodio che ci ha visti protagonisti nell’ultimo Comitato del 29 giugno è stato veramente spiacevole. Nessun ascolto ai primari che parlavano per migliorare le performance dei rispettivi reparti e campi di azione e far tornare il nostro ospedale a quei livelli di eccellenza che negli anni 70/80 calamitavano a Chieti pazienti da tutto il centro sud d’Italia. E invece si permette a chi per la sanità di Chieti non ha mai mosso un dito, di definire il Comitato Ristretto dei sindaci della Asl “un organo di disinformazione del centrosinistra”. Il roboante silenzio da parte di chi dovrebbe avere un ruolo non politico al vertice di un’azienda che deve occuparsi della salute delle persone, davvero non ce lo saremmo aspettati. Peccato che il manager non sia riuscito a smarcarsi, dimostrando, invece, come la politica dominante invece conti sullo stato di salute della sanità. Ci spiace per lui. Ma soprattutto per la sanità e per l’ospedale di Chieti che alcuni di noi hanno vissuto come professionisti e difeso a gran voce e con tutti i mezzi, quando il ruolo istituzionale si è aggiunto alle nostre esperienze”.