Con la nuova legge di bilancio il governo di centro destra colpisce duramente il welfare, tagliando 350 milioni del fondo per le politiche di sostegno alla disabilità, con evidenti ricadute anche sulla Regione Abruzzo. Una scelta ingiustificata che riduce drasticamente il sostegno per una delle categorie più fragili e vulnerabili e affatica ulteriormente il lavoro degli Ambiti Sociali e del servizio sociale professionale dei Comuni. Il Governo ha decisamente perso un’occasione: rimanda nuovamente la necessità di razionalizzare le misure per la non autosufficienza con quelle più innovative come la vita indipendente e il dopo di noi, fortemente volute dai governi di centro sinistra, e non offre nemmeno i necessari chiarimenti sull’approvazione dei decreti attuativi indispensabili per recuperare nel Bilancio dello Stato il Fondo. Regioni virtuose a guida centro sinistra, come l’Emilia Romagna, hanno risposto ai tagli con l’allocazione di risorse trovate nel bilancio regionale, mentre dalla Regione Abruzzo non arriva nessun segnale di rassicurazione per le persone disabili, le loro famiglie e le tantissime associazioni di supporto, che vengono lasciate sole.

E’ evidente, inoltre, ormai che per il centro destra la povertà non sia una questione sociale, ma personale. Ad un mese dall’ennesima mannaia che si abbatterà sui percettori del reddito di cittadinanza, nessuna notizia per i titolari della carta e indicazione vaghe e frammentate per gli Ambiti Sociali e i Comuni, in uno scenario in cui l’aumento dell’inflazione e la debolezza dei salari vede il nostro Paese e la Regione Abruzzo particolarmente sofferenti. Non è ancora chiara la platea dei beneficiari che potranno conservare la carta, né tantomeno per quale importo, e ancor più grave quale sarà il destino per coloro che la carta la perderanno. E’ sempre più chiaro che il problema verrà scaricato sui Comuni, a cui sono stati tagliati 600 milioni di trasferimenti, che si troveranno nuovamente a fronteggiare con pochi strumenti e poche risorse il dilagante disagio economico. In un contesto in cui la crescita dell’incidenza della povertà nel 2023 si registra soprattutto per le famiglie in cui la persona di riferimento ha un’età tra i 35-44 anni, il centro destra chiede ossessivamente che si facciano figli, quando spesso non si è nelle condizioni nemmeno per soddisfare il diritto abitativo. Lo scenario che abbiamo di fronte è drammatico e la classe dirigente di centro destra assolutamente inadeguata per affrontarlo.

 

Francesca Buttari
Responsabile “terzo settore, associazioni, welfare” PD Abruzzo