Dopo cinque lunghi anni di attesa, questa mattina sono ufficialmente partiti i lavori di riqualificazione e ampliamento dell’ospedale San Massimo di Penne. Terminata la consueta passerella degli esponenti del centrodestra regionale e comunale, crediamo sia il caso di precisare ancora una volta alcuni aspetti.

L’intervento in questione è frutto di risorse intercettate dal centrosinistra e lasciate in eredità all’attuale Governo regionale, che provengono dal fondo per l’edilizia sanitaria finanziato dalla legge 205/2017 approvata dal governo Gentiloni. La precedente Giunta di centrosinistra aveva però  destinato alla ristrutturazione del nosocomio di Penne una cifra ben superiore a quella attualmente impiegata, ovvero 25 milioni di euro. La Giunta Marsilio ha deciso arbitrariamente di tagliare una metà dei fondi (12,5 milioni) per dirottarla sugli ospedali di Lanciano, Vasto e Avezzano, senza incontrare alcuna opposizione da parte dell’Amministrazione comunale di Penne e dei consiglieri regionali del pescarese.

Ora, noi non siamo assolutamente contrari al potenziamento degli altri ospedali abruzzesi, anzi crediamo fermamente che la rete ospedaliera necessiti di importanti interventi strutturali. Temiamo però che la somma oggi destinata non sia sufficiente a risolvere le numerose criticità che affliggono il San Massimo, a garantire a quindi un’organizzazione degli spazi e un servizio più efficienti. Un timore motivato dal fatto che lo stanziamento dei 25 milioni risale ormai al 2017, e a distanza di sette anni le condizioni del San Massimo non sono affatto migliorate, anzi gli interventi di ristrutturazione sono sempre più necessari.

Il presidente Marsilio e l’assessore Verì dovrebbero inoltre rivelare come i lavori non saranno più esclusivamente a carico dello Stato. Dei 16 milioni messi in campo complessivamente per ammodernare la struttura, la differenza rispetto ai 12,5 milioni del fondo nazionale per l’edilizia sanitaria, ovvero 3,5 milioni, verrà infatti coperta con fondi Asl e Regionali. Somma che risente oltretutto dell’ingente ritardo accumulato – l’avvio dei lavori era stato inizialmente annunciato per l’aprile del 2021 -, che ha fatto lievitare, per via dell’aumento dei costi di energia e materiali, il costo dell’intervento di almeno 1 milione di euro.

Solo una volta conclusi i lavori inoltre – e quindi non prima di settembre 2025 – si procederà al potenziamento dell’organico medico e infermieristico, malgrado la carenza di personale rappresenti da tempo una delle principali criticità dell’ospedale vestino, la cui normale funzionalità (specie per quanto riguarda il Pronto Soccorso e i reparti di Medicina e Anestesia) è praticamente affidata all’abnegazione dei dipendenti, professionisti costretti a turni massacranti.

Continueremo a vigilare affinché i lavori procedano nei tempi stabiliti e senza interferire con le prestazioni sanitarie, incalzando la maggioranza fin quando il San Massimo non tornerà ad essere un ospedale moderno ed efficiente.

 

 


Il Consigliere Regionale Pd

Antonio Blasioli