“Nel ribadire che le sentenze vanno commentate una volta lette, cosa che io e la mia maggioranza stiamo facendo e faremo, vorrei rassicurare la comunità del fatto che non sono attaccato alla poltrona di sindaco come qualcuno va dicendo, poltrona oggi fra le più scomode e complesse di sempre, ma sono invece molto preoccupato per la città, per questo resterò a governarla, come farebbe qualsiasi altro amministratore capace di agire mettendo il bene comune prima di ogni altra cosa e, soprattutto, prima del proprio tornaconto. Chi mi accusa questo lo sa bene, lo spiega la violenza dei toni e l’ineleganza usata per cercare di colpire la mia dignità, probabilmente dettati anche dalla mancanza di un ruolo politico attivo a Chieti e nella realtà abruzzese. Come lo sa la città, che sa bene chi sono io come persona e, da due anni e mezzo a questa parte, mi conosce come sindaco del momento più difficile della nostra storia, gente che ben conosce anche chi c’era prima e ha governato per 10 anni con i risultati che ora tutti sappiamo. In genere chi giudica e accusa, come fa l’emerito in modo così violento e scomposto e, cosa rischiosissima, prima di leggere ciò che hanno scritto i giudici nelle loro motivazioni, proietta sugli altri i suoi mostri e le sue frustrazioni. Per quanto riguarda me, posso solo dire di avere la coscienza tranquilla, di aver fatto davvero tutto il possibile per la mia città e di essere pronto a farlo ancora, perché personalmente posso guardare negli occhi la mia comunità che ho curato per oltre 40 anni e farlo oggi con l’onestà di un sindaco che è però anche padre, nonno e teatino orgoglioso, senza dover ricorrere a sotterfugi e calcoli politici, farlo, insomma, come un uomo libero. Umanamente mi dispiace di aver suscitato tanto livore negli ex e in qualcuno dell’attuale minoranza, così come, di contro, mi spiace di dover diventare il capro espiatorio di chi non sa cos’altro dire alla città, ma tant’è”.
Il sindaco di Chieti
Diego Ferrara